“Coraggio”: questo il termine più adatto per definire l’operato delle volontarie e dei volontari dell’Associazione Open Arms, dal 2015 impegnata nell’incessante circolo virtuoso di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo. Una parola in cui le due facce della stessa medaglia – chi arriva e chi salva, possono rispecchiarsi.
Il 25 marzo, presso la sede comunitaria di Via Veneto, una di questi volontari ha incontrato le ragazze e i ragazzi del Ponte per diffondere e promuovere gli ideali cardine dietro allo sforzo umanitario che vede coinvolti tanti, come lei, pronti a tendere una mano al prossimo nel momento del bisogno.
Insieme al prezioso contributo della giornalista Ilaria Sotis da Radio Rai 1, Veronica Alfonsi ha infatti spiegato ai giovani della nostra Comunità quanto possa essere impegnativo e al contempo importante essere il salvagente di chi, per disgrazia e necessità, si è ritrovato in alto mare, spesso a una vita di distanza dalla propria terra natia e dai propri affetti.
A ridosso del tragico evento che ha visto come protagoniste le spiagge di Cutro, affrontare certi temi, premendo su ferite ancora vive è utile a prendere coscienza della sempre crescente emergenza che vede il continente europeo stretto nella morsa irresistibile delle migrazioni di massa.
Spesso sensibilizzare significa educare – educare all’altro, a chi, dopo innumerevoli sacrifici, mette piede su un gommone carico di speranza per un futuro migliore e che non sempre giunge a destinazione.
E se è vero che è più facile educare i giovani, è altrettanto vero che è grazie a loro che i nomi e i volti dei loro coetanei che raggiungono le nostre coste non vengono dimenticati.
Tante le domande dei nostri ragazzi e tanto l’interesse dimostrato verso l’argomento. Ma forse, proprio perché a loro volta hanno vissuto per primi la condizione di chi si è ritrovato travolto dalla marea (seppur metaforicamente), accogliere e comprendere viene spontaneo.