Il vescovo Ruzza ha aperto la cerimonia di graduazione, frutto del percorso terapeutico. Erano in tanti tra genitori, parenti, amici, volontari, operatori e rappresentanti delle istituzioni, ad accompagnare i quindici graduati alla «Vita ritrovata». Sabato scorso, 3 ottobre, presso la sede del Centro di solidarietà “Il Ponte” di Civitavecchia, si è svolta la cerimonia promossa dalla onlus fondata da don Egidio Smacchia. Un tradizionale E appuntamento per «riconsegnare alla vita sociale e civile» coloro che «riprendono in mano la propria vita» dopo due anni di programma residenziale e un anno trascorso fuori dal centro per sperimentarsi e inserirsi nuovamente nel contesto sociale. La manifestazione ha avuto il momento più intenso nella celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Gianrico Ruzza a cui sono seguite alcune testimonianze dei festeggiati. «Quello che viviamo al Ponte – ha detto il presule – è l’esperienza terrena della resurrezione. Questi giovani sono rinati alla vita grazie al lavoro degli educatori e al segno profetico che ci ha lasciato un grande sacerdote». Per monsignor Ruzza «l’esperienza di questo progetto terapeutico per contrastare le dipendenze è particolarmente apprezzabile perché mette al centro la famiglia. Il lavoro degli educatori e dei volontari è rivolto a tutto il nucleo e accompagna i giovani insieme ai genitori». Ad accogliere alla nuova vita i sette ragazzi e le sei ragazze del programma terapeutico minori adolescenti con le due mamme del progetto “Coccinella” c’erano i primi cittadini di Civitavecchia, Allumiere, Tolfa e Santa Marinella, l’assessore regionale alle Politiche sociali Alessandra Troncarelli, i rappresentanti militari e delle forze dell’ordine, numerosi esponenti dell’associazionismo locale. L’esperienza de “Il Ponte” è nata nei primi anni Settanta quando il fenomeno della droga veniva visto con disprezzo e terrore. Don Egidio Smacchia si impegnò insieme ad un gruppo di giovani dell’oratorio di Allumiere affinché quella ferita potesse essere curata attraverso Progetto Uomo. Successivamente l’azione della onlus – divenuta comunità e centro di solidarietà – si è spostata a Civitavecchia e opera in tutto il territorio. Negli ultimi anni, con la nascita del centro di ascolto, l’azione della comunità si è estesa anche ad altri tipi di dipendenze e in particolare alle ludopatie, anch’esse molto diffuse anche tra i giovani.
Avvenire domenica, 11 ottobre 2020